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Il Giusquiamo Bianco

8 Giu 2023News

Oppio dei Forti ed Erba delle Streghe

Oggi Il Grimorio vuole soffermarsi su una pianta magica che è originaria dell’area mediterranea, il giusquiamo bianco.

Per l’Etnomedicina è fondamentale integrare nei rituali o nei trattamenti erbe che siano legate al luogo in cui si vive o di cui si è originari, o che storicamente sono legate alle tradizioni e ai miti del popolo di cui si fa parte, perché hanno energie in grado di amalgamarsi con noi in modo più diretto, perché siamo fatti della stessa materia, Acqua, Aria, Terra, colori, profumi e vento.

Ecco perché la salvia sclerea, la lavanda selvatica o stecade, il rosmarino e appunto il giusquiamo bianco, ma anche la mandragora, non dovrebbero mancare nei nostri giardini e balconi.

Il giusquiamo comprende ben 11 specie, con nome botanico Hyoscyamus, di cui 2 sono presenti in Europa, il bianco e il nero, ma preferiamo parlare della varietà bianca perché più legata alle tradizioni mediterranee oltreché la più facile da coltivare alle nostre latitudini.

Il giusquiamo bianco é una solanacea come la belladonna, la mandragora e la datura, con cui condivide la fama e le proprietà psicoattive. Pianta magica e velenosa che provoca visioni, allucinazioni e delirio, legata a tante divinità e cara alla Dea Ecate, la Sapiente in Erboristeria. Tutte le parti della pianta sono tossiche, tanto che in alcune persone sensibili anche il solo odore delle foglie fresche provoca vertigini e stupore.

Ha effetti psicoattivi e allucinatori come la belladonna, e la sensazione che induce è simile al volo. Ecco perché è uno degli ingredienti principe dell’unguento della strega: il suo nome compare spesso nelle carte dei processi per stregoneria e il possesso della pianta era sufficiente per comminare una condanna a morte.

Anche in Sardegna è considerata erba magica e di Stria, tradizionalmente ingrediente della miscela segreta con cui le streghe strie si strofinavano ascelle, inguine e talloni per entrare in uno stato di trance che favoriva il volo e la metamorfosi in volatili notturni, le strie appunto. È l’erba che prepara la strega per il viaggio.

Utilizzata in Eurasia a scopi rituali e sciamanici sin dal Neolitico, come attestano diverse urne contenenti semi di giusquiamo rinvenute in antichi insediamenti e tombe. I suoi alcaloidi, principalmente scopolamina e iosciamina sono alla base della sua pericolosità, dato che può provocare la morte in dosi eccessive, come ben sapevano anche i monaci avvelenatori del Medioevo, ma l’uomo sin dalla notte dei tempi ha acquisito una conoscenza che gli permetteva di controllarne gli effetti per sfruttarli a proprio favore, come facevano sciamani,veggenti e profeti.

Conosciuta da Assiri, Persiani ed Egizi per ottenere viaggi astrali, ma anche come sedativo per interventi e mal di denti, scaldando i semi su carbone e facendo inalare i fumi.

Era l’erba più utilizzata, insieme allo stramonio, nella fumigazione nell’Oracolo di Apollo a Delfi, perché pianta sacra ad Apollo, per ottenere visioni profetiche. La sacerdotessa Pizia, durante i riti, stava seduta su un tripode mentre in stato di trance pronunciava responsi e profezie.

L’Oracolo di Apollo a Delfi era la fonte religiosa più autorevole di tutto il mondo greco. Delfi era nell’ Omphalos, l’ombelico del mondo, nella Grecia Centrale, ed era un luogo sacro antichissimo, consacrato a Madre Terra, nel quale era presente una profonda voragine dalla quale si alzavano vapori solforosi. A questi si aggiungevano particolari fumigazioni per favorire oracoli e sogni divinatori. La miscela di incensi era composta da alloro, incenso ,mirra e lodano ma anche da piante dal potere anestetico, antispasmodico e stupefacenti ed eccitanti a livello cerebrale e al contempo calmanti come appunto il giusquiamo.

I Celti utilizzavano il giusquiamo nero o bianco nei loro riti, bruciandolo affinché le sostanze ad effetto psicotropo venissero inalate dai sacerdoti generando uno stato di trance che permetteva il contatto con il divino. Ancora oggi in Germania è chiamata Erba Sonnifera. Anche loro conoscevano a fondo le piante e i loro effetti e sapevano dosarle con sapienza per ottenere questi effetti evitando quelli tossici.

Era al centro anche di altri rituali, come ad esempio quello dell’Isola di Sein in Britannia dove era usato dalle druidesse per propiziare la pioggia e in onore al dio Belenos. Una vergine nuda era portata nel sacro bosco dove doveva raccogliere del giusquiamo, toccandolo solo con il mignolo della mano destra. Il giusquiamo era poi legato al mignolo del suo piede sinistro e la sacerdotessa veniva condotta sino ad un corso d’acqua nel quale il giusquiamo veniva poi gettato. Le sacerdotesse poi benedicevano la vergine con queste stesse acque in cui era stata gettata l’erba di Belenos. Dopo di che la giovane doveva tornare indietro senza voltarsi ma continuando a guardare le acque.

Probabilmente con il giusquiamo si preparava anche la pozione utilizzata dai vichinghi per incitare la rabbia nei berserk, i loro furiosi e pavidi guerrieri. Molte tombe vighinghe hanno nel loro corredo funebre semi di giusquiamo ma anche sacchetti magici con dentro semi e radice di giusquiamo. Storicamente è rimasto un ingrediente nella preparazione di una apprezzatissima birra psicoattiva, messa al bando dalle leggi bavaresi nel 1516. Esistevano addirittura campi in cui si coltivava a tal fine ed erano dedicati ad Odino.

Dosi massicce erano utilizzate invece per porre fine alle sofferenze di persone rese inermi dalla senescenza, tanto che è nota anche come Erba della Vecchiaia.

I Galli invece più semplicemente avvelenavano i loro giavellotti con un decotto di giusquismo.

Pianta cara ad Ecate e Apollo ma anche legata a Saturno, all’Elemento Acqua, sacra a Cronos e Belenos, il Dio del Sole, della Folgore, del Fuoco e della Luce.

Pianta sacra anche a Demetra, perché il suo nome significa “fagiolo per maiali” e la scrofa è l’animale sacro alla Dea.

Come pianta consacrata a Giove può essere inserita nelle preparazioni occulte se compiute il giovedì nelle ore sacre a Giove, durante le quali il giusquiamo porta benessere, illuminazione e prosperità.

Il Giusquiamo è inserito negli elenchi di erbe magiche legate alla demonologia poiché Alberto Magno affermava che i negromanti ne utilizzavano i fumi per invocare le anime dei morti e i demoni, e anche Cornelius Agrippa lo cita come metodo infallibile se bruciato per richiamare gli spiriti.

Il suo utilizzo magico è però molto variegato, ad esempio può essere inserito anche nelle preparazioni delle pozioni d’amore. È diffusa in tutta Europa la credenza che se raccolto all’alba senza vesti e su un solo piede sarebbe diventato un talismano per attrarre l’amore.

Inoltre una sua radice fatta essiccare e portata con sé rende invulnerabili agli attachi di stregoneria.

L’Erboristeria Magica si rivela molto attuale se la si conosce e utilizza con competenza e maestria. A Il Grimorio troverete un’ampia scelta di testi che vi introdurranno a questa Antichissima e Potentissima Arte.

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