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Divinità Celtiche – CERNUNNOS E IL TIGLIO

16 Nov 2023News

Nei primi giorni di novembre siamo ancora sotto l’influsso delle energie di Samhain, i portali fra i mondi aperti. Samhain è il Capodanno Celtico, il tempo in cui inizia la fase introspettiva, il tempo in cui sorgono le Pleiadi, le sette sorelle stelle d’inverno.

Queste energie sono ben rappresentate da Cernunnos, il Dio nume della Fecondità, della Natura Selvaggia, degli animali, ma anche dell’Oltretomba. Il Dio Cornuto dei Celti, Dio del Mondo Sotterraneo, Underworld o Orherworld. Un Dio ambivalente, sia Creativo che Distruttivo, che ha in Sé entrambi gli aspetti dell’Energia all’opera. Dio della Caccia e Guardiano del Portale dell’Underworld, Colui che gestisce le forze attive e propulsive di vita e morte, rigenerando e fertilizzando.

A Il Grimorio troverete la sua effige da altare, che accompagnerà il vostro inverno introspettivo, rinascerá in Primavera e sarà uno dei vostri riferimenti per tutti i Sabba dell’anno. Un Dio Cornuto seduto ai piedi del suo albero sacro, il tiglio, energia mascolina sacra dei boschi.

Cernunnos è una delle tante divinità cornute che sono comuni a tutte le culture antiche. Le corna sono da sempre associate alla Potenza Creatrice e Fecondante della Natura, e sono al centro di un culto pagano unico sopravissuto anche all’avvento del cristianesimo. Anche in Sardegna la Energia del Divino Mascolino è rappresentata da un primordiale Dio Cornuto, il Toro, ma anche dalle corna del cervo, come in tutta Europa, corna che hanno ispirato culti pagani.

Tra ottobre e novembre inizia il tempo degli amori per i cervidi, che diventa presto il tempo della lotta per la supremazia e per la conquista dell’intero harem. I bramiti ancestrali del cervo, con il loro suono basso, baritonale, potentissimo e ritmato, richiamano le femmine e incitano allo scontro. L’odore muschioso del cervo in amore si diffonde per i boschi. Sono loro i re cornuti delle foreste europee in autunno.

E così nascono i luoghi di culto di Cernunnos nei boschi, e gli sciamani già 30.000 anni fa si vestono da uomini cervo che impersonificano la Divinità Maschile per eccellenza, e che ritroviamo ritratti in posizione di dominio sul clan nei petroglifi di tutta Europa, i più antichi dei quali nelle grotte in Francia e nei siti di Val Camonica, ovunque fosse diffusa la cultura celtica, in Gallia come nell’Italia Settentrionale e in Britannia.

Il Sacerdote Pagano vestito da Cernunnos presiedeva le adunanze del Grande Sabba.

Il Dio Cernunnos è rappresentato coerentemente in tutto il mondo celtico, come un uomo maturo e bellissimo, con barba e capelli lunghi e lunghe corna ramificate, attorniato da animali selvatici.

È infatti lo Spirito Divinizzato degli animali maschi cornuti, cervidi soprattutto, che in questo periodo entrano in amore e in competizione per garantirsi una discendenza.

Il Cristianesimo temeva questa archetipale divinità tanto da demonizzarla e assimilarla a Satana, al centro di Sabba visti come riti maligni attorniato da un harem di streghe.

Sopra le rovine degli antichi boschi sacri costruiranno le piazze delle chiese e le loro cattedrali, che continueranno ad avere le energie dei templi celtici .

Il Dio Cornuto è anche la principale divinità venerata nella religione Wicca, insieme alla sua Controparte Femminile, La Triplice Dea.

Un Grande Dio che ingravida la Triplice Dea come fanno i cervi in questo periodo, e che morirà nei mesi invernali per rinascere in Primavera.

In realtà l’attributo delle corna si ritrova anche nella Bibbia, ad esempio Mosè, il rabbino per antonomasia per gli ebrei, è spesso rappresentato con le corna, che non sono altro che i raggi del Sole Ra, che ne fanno un gran sacerdote del culto di Amon, pronto ad abbracciare il culto di Aton e il Monoteismo, come abbiamo spiegato in un nostro precedente post.

Anche presso Greci e Romani vi erano divinità cornute, come Pan, dall’aspetto di satiro legato a selva e natura, dio pastore potente e selvaggio, che si dedicava a suonare e danzare mentre vagava tra i boschi alla ricerca di ninfe e donne da irretire.

L’albero sacro ai Celti collegato a Cernunnos è il tiglio, un grande albero che vive oltre 1000 anni e che continuamente produce polloni alla sua base, di fatto rinascendo continuamente dalle sue radici mentre la sua chioma è ancora proiettata al cielo, tanto da parere un albero immortale, sempre sul punto di rinascere. Anche quando pare muoia non perde la sua immensa forza rigenerativa.

Arriva anche ai 30 metri d’altezza ed ha un apparato radicale molto robusto, con radici nodose che entrano ed escono dal terreno.

Si dice che per incontrare Cernunnos i Celti utilizzassero il portare Orherworld del tiglio, un portale nel suo tronco che conduceva attraverso un lunga scala a spirale fatta di rocce e radici sino al Mondo di Sotto. Qui si poteva incontrare Cernunnos e le sue energie, dialogando con la divinità del mondo ctonio, con gli Antenati e con tutti gli Elementi della Natura, sentendosi protetti, al sicuro e in comunione con i propri avi.

Il tiglio era presente negli antichi cimiteri europei, oggi molti dei quali cimiteri monumentali, albero più adatto al culto dei morti nordico rispetto al cipresso.

In autunno intorno a Samhain si tinge di Giallo, si fa quasi dorato.

I cimiteri nordici prendono grazie al tiglio l’aspetto di antichi boschi sacri, In cui passeggiare e in cui vita e morte convivono l’una accanto all’altra. In cui cercare Cernunnos e i propri cari trapassati.

Anche in italia troviamo alcuni di questi cimiteri, come quello di Varese, chiaramente influenzato dalla cultura celtica nel quale ogni tiglio ha oggi una targhetta con il nome di uno dei soldati morti nella Grande Guerra, per rendere il loro valore immortale.

Il tiglio è albero del cuore, presente da sempre anche nelle piazze europee, con la sua chioma simil conica che pare un cuore rovesciato e le sue foglie anch’esse a forma di cuore.

Quindi presenza gentile e imponente che accompagna la morte e la vita.

Sotto il tiglio si gode di una sensazione di protezione e connessione con il divino, fatta di luce che danza fra le fronde al suono del fruscio delle foglie mossa dal vento punto è uno degli alberi sacri per molti antichi popoli europei e slavi, che addirittura usavano le sue fibre per tessere abiti sacri.

Molte città avevano la piazza che era ornata da un piccolo gruppo di tigli, luogo di ritrovo e di incontro per la comunità, anche commerciale, ricordo dei sacri boschi celtici in cui incontrarsi per venerare Cernunnos.

I suoi fiori a giugno amatissimi dalle api laboriose, con le loro proprietà rilassanti.

Passate a Il Grimorio per scoprire tutte le ultime novità e magari portare a casa la statuina di Cernunnos.

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